Le Iene – VIVIANI: Cellulari e tumori
Parlano tre persone che dichiarano di aver subito danni a causa del cellulare.
Guarda il video:: https://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/387406/viviani-cellulari-e-tumori.html
Parlano tre persone che dichiarano di aver subito danni a causa del cellulare.
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Fonte: GENITRONSVILUPPO Cosa sanno i neurologi dei cellulari che noi non sappiamo? La settimana scorsa 3 eminenti neurochirurghi in un’intervista per la CNN con Larry King hanno dichiarato che non tengono il cellulare accanto alle loro orecchie. “Credo sia una pratica sicura”, ha dichiarato il Dr. Keith Black, chirurgo al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, “quella di utilizzare un viva-voce in moda da mantenere lontana l’antenna a microonde dal proprio cervello”. Così i ricercatori sono nuovamente al lavoro per scoprire se il più grande strumento di business è la causa del cancro al cervello per le persone che lo utilizzano costantemente.
Il Dr. Vini Khurana, professore associato di neurochirurgia presso l’Australian National University ha dichiarato apertamente la sua critica verso i cellulari spiegando: “Io uso i cellulari sono con il viva-voce. Non lo tengo assolutamente vicino al mio orecchio. Così con la recente morte del senatore statunitense Edward M. Kennedy di un tumore che gli scettici verso i cellulari lo associano all’uso del dispositivo elettronico, hanno contribuito a rinfocolare il lungo e discusso dibattito sull’uso del cellulare e del cancro. Il supposto legame fra la malattia e l’uso del telefono mobile non è convalidato da molti esperti tra cui l’American Cancer Society. La teoria che i cellulari provochino tumori cerebrali “sfida la credulità”, ha dichiarato il Dr. Eugene Flamm del Montefiore Medical Center. Secondo la Food and Drug Administration, 3 grandi studi epidemiologici dal 2000 non hanno mostrato effetti nocivi. Il CTIA – la Wireless Association, il principale gruppo di commercio e industria dei cellulari ha dichiarato: “La stragrande maggioranza degli studi che sono stati pubblicati in rinomate riviste scientifiche di tutto il mondo dimostrano che i telefoni mobili non rappresentano un rischio per la salute”.
Ma il F.D.A. rileva tuttavia che la ricerca non risponde a domande e quesiti a lungo termine riguardo l’esposizione all’uso del cellulare. Per questo numerosi critici spiegano che gli studi sono viziati proprio per questo motivo e perché non distinguono un uso casuale e da uno frequente. Ad ora si sa che i cellulari emettono radiazioni non ionizzanti, quindi solo onde di energia che sarebbero troppo deboli per rompere i legami chimici e danneggiare la struttura del DNA causando notoriamente il cancro. E non vi è alcun meccanismo biologico noto a spiegare come le radiazioni ionizzanti potrebbero causare il cancro. Ma i ricercatori che hanno sollevato le preoccupazioni sono gli stessi a dire che solo perché la scienza non può spiegare il meccanismo non significa necessariamente che il danno possa compiersi. Preoccupazioni si sono concentrate poi sul calore generato dai cellulari e dal fatto che le frequenze radio vengono assorbite in gran parte dalla testa e dal collo. In studi recenti però suggeriscono un rischio, i tumori tendono a verificarsi sullo stesso lato della testa dove il paziente tende generalmente ad appoggiarvi il telefono cellulare. L’anno scorso già l’American Journal of Epidemiologyha pubblicato dei dati che evidenziano un rischio più elevato del 58% per un tipo di tumore dovuto all’uso pesante del cellulare in Israele. E ancora un altro studio svedese ha evidenziato un raddoppio del rischio di neuroma acustico dopo 10 anni di pesante uso del cellulare.
Penetrazione delle radiazioni dei telefoni cellulari nel cranio di un uomo adulto, di un bambino di 10 anni e in uno di 5 anni
Tutt’ora persone come Louis Slesin, redattore del Microwaves News ha dichiarato che “Ci sono alcuni risultati molto sconcertanti e che suggeriscono un grave problema anche se è troppo presto per giungere a conclusioni definitive”. Il Dr. Paul J. Rosch, professore al New York Medical College invece ha annunciato una pesante realtà “Sempre più bambini utilizzano i cellulari e proprio loro possono esserne i più colpi. I loro cervelli sono in rapida crescita ma il loro cranio è ancora molto sottile”. E dietro le quinte fra cellulari e fornitori di servizio sta avendo seguito la tanto attesa ricerca della Interphone, il progetto di ricerca in cui partecipano 13 paesi di tutto il mondo coordinato da un’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Il progetto considerato il più completo ad esaminare il potenziale legame tra uso del cellulare e cancro dovrebbe essere stato originariamente pubblicato nel 2006 ma la relazione finale non è stata ancora rilasciata e la frustrazione tra alcuni scienziati si sta percependo, spiegando che tale ritardo non dovrebbe essere tollerato in un contesto come questo. Ad oggi per le persone che sono preoccupate per ogni possibile rischio una soluzione molto semplice è quella di utilizzare un auricolare. Ma il timore è anche dovuto al fatto che nonostante il rischio individuale dell’utilizzo del cellulare sia basso, con 3 miliardi di utenti in tutto il mondo, anche un minuscolo rischio si tradurrebbe in una grande preoccupazione per la salute pubblica a livello globale. “Non possiamo ancora dire con certezza che i cellulari siano sicuri o meno”, ha dichiarato il Dr. Nero nell’intervista della CNN. “La mia preoccupazione è che con l’utilizzo diffuso dei cellulari, la peggiore delle ipotesi sarebbe di scoprire una correlazione fra cancro e telefoni mobili in via definitiva in studi che termineranno fra 10 anni, quando milioni di dispositivi mobili verranno utilizzati costantemente in tutto il mondo”.
STUDIO SVEDESE: «SCORAGGIARNE L’USO AI BAMBINI»
I professori Hardell e Hansson Mild: utilizzare il telefonino per 10 anni fa salire il rischio di ammalarsi
LONDRA (Gran Bretagna) – Usare il cellulare per più di 10 anni aumenterebbe il rischio di ammalarsi di tumore al cervello. Lo sostiene un studio svedese, opera di due eminenti professori – Lennart Hardell dell’Università di Orebro e Kjell Hansson Mild dell’Umea University – che contraddice così le ultime ricerche ufficiali, che negavano un nesso fra i telefonini mobili e il cancro. Stando ai nuovi risultati, invece, le persone che usano il cellulare da un decennio o più, anche solo per un’ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore nel lato del cervello dove di solito appoggiano il dispositivo.
INDEPENDENT- «E’ necessaria una grande attenzione nell’uso del telefonino – avvertono gli scienziati nella relazione pubblicata dalla rivista Occupational Enviromental Medicine – e soprattutto i bambini, che sono particolarmente vulnerabili, dovrebbero essere scoraggiati dall’utilizzarlo». A quanto sostiene l’Independent, che ha riportato lo studio, i risultati sarebbero tanto importanti quanto preoccupanti, perché mettono insieme ricerche su persone che hanno usato il cellulare per un tempo abbastanza lungo da poter contrarre la malattia. Finora, infatti, le rassicurazioni ufficiali sulla sicurezza dei cellulari si basavano su ricerche compiute, nella migliore delle ipotesi, su un campione ristretto, ma il cancro impiega almeno 10 anni per svilupparsi, quindi questi studi erano giocoforza parziali.
STUDI PRECEDENTI – Il mese scorso, una ricerca inglese sulla sicurezza dei dispositivi promossa dalla Mobile Telecommunication and Health Research (MTHR) e costata quasi 9 milioni di sterline (circa 13 milioni di euro), era arrivata alla conclusione che i cellulari «non potevano essere associati a danni biologici». Ma il presidente della MTHR, il professor Latrie Challis, aveva ammesso che solo una piccola parte dello studio aveva riguardato gente che usava il cellulare da più di un decennio e aveva annunciato la necessità di nuove ricerche, più complete, per un risultato il più possibile certo. «Non possiamo escludere la possibilità che il cancro possa apparire nel giro di pochi anni – aveva avvertito lo scienziato – perchè la nostra ricerca ha scoperto qualche timido accenno nelle persone che sono state esposte alle radiazioni per oltre un decennio».
RISCHI PER IL CERVELLO – I due luminari svedesi hanno, invece, riunito i risultati di 11 precedenti studi svolti in Svezia, Danimarca, Finlandia, Giappone, Germania, Stati Uniti e Inghilterra, che ribadivano l’aumento del rischio di sviluppare il cancro, soprattutto nel lato di cervello dove la gente è solita appoggiare il telefono. Cinque dei sei studi sui «gliomi», tumori delle cellule che proteggono quelle nervose, avevano confermato il potenziale pericolo, mentre quattro relazioni su cinque avevano rilevato la presenza di neuromi acustici, forme tumorali benigne ma spesso causa di invalidità come la sordità. I due svedesi hanno così raccolto i risultati per analizzarli nel loro complesso e hanno perciò stabilito che le persone che usano il telefonino da un decennio o più hanno il 20% in più di possibilità di contrarre una patologia come il neuroma acustico e il 30% in più di sviluppare un glioma maligno. E il rischio sarebbe ancora più grande dal lato della testa su cui appoggia il cellulare: più che triplicato nel primo caso, addirittura quintuplicato nel secondo. «Queste valutazioni danno un campione esauriente per valutare i rischi di aumento di neuromi e glomi – hanno sottolineato Hardell e Mild – . Non solo. In base a questi risultati, non si possono nemmeno escludere la presenza di altre forme di tumore al cervello».
CORDLESS – Lo studio svedese ha interessato anche i cordless e pure in questo caso si è registrato un aumento di entrambe le patologie. In altre parole, usando un cellulare o un telefono senza fili per 2000 ore – ovvero, meno di un’ora al giorno per 10 anni – vi sarebbe un rischio concreto di ammalarsi. «Penso che sia davvero strano vedere così tante ricerche ufficiali che dicono che non ci sono rischi – ha spiegato il professor Mild al giornale inglese – perché ci sono precise indicazioni sul fatto che qualcosa succede dopo i dieci anni».
Non a caso, il luminare utilizza il cellulare il meno possibile e consiglia di farlo sempre e comunque con i dispositivi vivavoce e di evitare le telefonate chilometriche, preferendo in questo caso gli apparecchi fissi. Grande attenzione poi con i bambini, ai quali i cellulari dovrebbero essere tassativamente proibiti. Il professore riconosce comunque come il numero di radiazioni emesse dai telefoni di ultima generazione sia notevolmente diminuito rispetto al primo dispositivo apparso sul mercato una decina di anni fa, ma la sua raccomandazione è di preferire modelli a bassa radiazione, visto soprattutto il proliferare del Wi-Fi, che emette raggi altrettanto pericolosi, seppur in misura minore rispetto ai telefonini.
PARERI CONTRASTANTI – Stando alla Health Protection Agency inglese, questo studio svedese sarebbe «molto indicativo», pur ammettendo che i risultati «non si possono considerare ancora definitivi», mentre l’associazione degli operatori di telefonia mobile (Mobile Operators Association) rileva come non ci siano nuovi dati certi sui rischi per la salute, ma concorda sul fatto che siano necessari nuovi studi. Nel frattempo, gli scienziati hanno chiesto anche una revisione degli standard di emissione dei telefoni mobili e di altre fonti radioattive che loro stessi descrivono come «inappropriate» e «non sicure».
Simona Marchetti
https://www.corriere.it/salute/07_ottobre_08/marchetti_tumori_rischi.shtml
Alleghiamo l’Abstract di un art. scientifico pubblicato su “Prague Medical Reports”, 2005; 106 (1): 91 – 100, in cui viene riportato che esponendo dei topi al campo elettromagnetico a frequenze della telefonia mobile si influenza l’attività cerebrale nei topi, e precisamente si dimostra un effetto sull’attività della corteccia cerebrale e dell’ippocampo.
Gli autori concludono affermando che i risultati del loro studio costituiscono una conferma che il campo elettromagnetico generato dai cellulari può influenzare l’attività del sistema nervoso centrale, e costituiscono altresì una conferma di alcune recenti ricerche sui possibili rischi per la salute umana a causa dell’uso dei cellulari.
Saluti,
Coordinamento dei Comitati di Roma Nord.
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“Effect of whole-body exposure to high-frequency electromagnetic field on the brain electrogeny in neurodefective and healthy mice.”
Barcal J, Cendelin J, Vozeh F, Zalud V.
Department of Pathophysiology of the Faculty of Medicine in Pilsen, Charles University in Prague, Czech Republic. jan.barcal@lfp.cuni.cz
A direct registration of brain cortical and hippocampal activity during a high-frequency electromagnetic field (HF EMF) exposure was performed. All experimental procedures were done under urethane anaesthesia (20%, 2 g/kg i.p.) in Lurcher mutant mice, wild type (healthy littermates) were used as controls. Experimental animals were exposed to the HF EMF with frequency corresponding to cellular phones. Our method is based on the use of gel electrodes (silicon tubes or glass microcapillaries filled with agar) where the connection with classical electrodes is located out of HF EMF space. ECoG evaluation showed a distinct shift to lower frequency components but clear effect has been observed only in wild type (healthy) mice whereas in Lurcher mutant mice only gentle differences between frequency spectra were found. Measurement of hippocampal rhythmicity showed gentle changes with increase of higher frequencies (i.e. opposite effect than in cortex) and changes in theta oscillations registered from a dentate gyrus and CA1 area in both types of animals (healthy and mutant). These findings support the idea about possible influencing the central nervous system by HF EMF exposure and support also some recent results about possible health risks resulting from cellular phones use.
PMID: 16007915 [PubMed – indexed for MEDLINE]
In un articolo pubblicato su “Neuroscience Research” sull’influenza del telefono cellulare sull’attività cerebrale si dimostra (ancora una volta, ndr), tramite l’analisi dell’elettroencefalogramma, che l’uso del telefono cellulare influenza l’attività cerebrale.
Da: “cittadiniattivi
Oggetto: La controinformazione scientifica
Ecco l’art. pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Stamattina, su Radio 1 delle 7:00 e Radio 2 delle 7:30, su Radio 3 delle 8:45, ieri su Canale 5, La 7, ecc., oggi sui quotidiani.
La grande informazione si è mossa…
Tre anni di ricerche finanziate con i soldi pubblici per dimostrare che la temperatura del cervello, a causa dell’uso del telefono cellulare, aumenta di meno di un decimo di grado centigrado in 20 minuti di conversazione che viene definita “esposizione prolungata” !
Ci raccontano poi di normative europee. Come sanno ormai anche i muri, queste non esistono. Il Consiglio Dell’Unione Europea ha emanato soltanto delle Raccomandazioni (1999).
I professori del MIUR, alcuni esperti del CNR e gli esperti dell’ENEA studiano ancora gli effetti termici utilizzando teste “fantoccio” per simulare la testa ed il cervello dell’uomo!
E poichè l’innalzamento della temperatura è veramente basso, non si possono avere danni!
Come sono lontane queste ricerche da quelle biologiche condotte negli USA da Lai, Singh, Blackman; come sono lontane dagli studi epidemiologici svedesi di Hardell e Mild dell’Università di Orebro, e perfino da quelle condotte dal gruppo guidato da Alhbom e Feitching, o dagli studi biologici di Salford e colleghi dell’Università di Lund e di cui ai ns. comunicati di ieri e del 14/10 u. s. .
Cari saluti.
Coordinamento dei Comitati di Roma Nord.
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CRONACHE
La ricerca: aumenti di temperatura trascurabili
«Danni al cervello? Cellulari assolti»
Gli studiosi: ma le teste piccole assorbono più onde, allarme per bimbi e ragazzi. Differenze anche tra maschi e femmine
ROMA – Assolti per non aver commesso il fatto? Almeno per insufficienza di prove, ma comunque assolti. Sono i cellulari, finora sospettati di danneggiare il cervello facendo alzare la temperatura della testa durante le chiamate, e adesso scagionati dall’accusa. Sebbene per donne e bambini ci vorranno studi più approfonditi prima di escludere qualunque pericolo: la minore dimensione della testa provoca, infatti, un maggior assorbimento delle onde elettromagnetiche. Anche se al di sotto dei limiti. A sostenere l’innocuità del nostro migliore amico elettronico è una ricerca triennale, che fa parte del progetto nazionale «Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche», promosso dal ministero dell’Università, in collaborazione con il Cnr e l’Enea, che farà felici quanti soffrono di irrinunciabile dipendenza da telefonino mobile. «I risultati finora raccolti sono rassicuranti», ha spiegato il coordinatore scientifico, Paolo Bernardi, docente di Micro-onde all’università La Sapienza di Roma.
Lavorando su prototipi di testa umana vicinissimi al reale «si è visto che gli aumenti di temperatura indotti all’interno della testa e nel cervello, nel caso di esposizione prolungata, 20 minuti, sono assolutamente trascurabili, poiché inferiori a un decimo di grado centigrado».
Ma anche il riscaldamento dell’orecchio e della parte esterna non è rilevante. Gli attuali cellulari, quelli che rispettano le normative europee, sono sicuri. Vi sono tuttavia delle differenze. Continua Bernardi: «Si è registrata una differenza tra uomini e donne non per l’uso di cellulari, quanto per la vicinanza ad antenne delle televisioni o stazioni di telefonia mobile. Sulle donne si è notato un aumento del 20% di assorbimento delle emissioni elettromagnetiche. Sono comunque valori trascurabili, ma il motivo sembrerebbe legato alle dimensioni del cervello. Per quanto riguarda bambini e adolescenti, invece, si è visto che l’assorbimento è maggiore e quindi, fino a che mancano studi specifici, la cautela è d’obbligo. Si tratta di cervelli di dimensioni più piccole e soprattutto ancora in fase di sviluppo».
Allarme rientrato? «Così come non erano giusti gli allarmismi di qualche tempo fa, non mi sembra il caso di dire che lo studio del Cnr cancella tutte le preoccupazioni», risponde Alessandro Polichetti, del Dipartimento Tecnologia e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. «Questi risultati ci fanno stare tranquilli, ma le incertezze restano, in questi campi non si può mai dire la parola definitiva. Probabilmente abbiamo a che fare con rischi bassi, forse inesistenti, ma, per fare un solo esempio, è di pochi giorni fa la pubblicazione di uno studio epidemiologico svedese che ha evidenziato un certo aumento dei tumori benigni del nervo acustico in soggetti che usavano cellulari in modo costante da più di dieci anni».
Mariolina Iossa
Messaggio: 3
Data: Wed, 27 Oct 2004 15:20:07 +0200
Da: “cittadiniattivi
Oggetto: Re: La grande informazione si è mossa.
> Ringrazio per la comunicazione. avete ragione, è una cosa scandalosa.
> In termini tecnici (si fa per dire) operazioni come quelle da voi
> riportate meritano il nome di “polverone”. Come direttore di Tempo
> Medico ho pensato opportuno mettere la notizia dello studio di Ahlbom
> in prima pagina (fra qualche giorno sarà anche sul sito
> https://www.tempomedico.it). Anche se ritengo che lo studio abbia
> alcuni punti deboli (recall bias, prima di tutto), ritengo doveroso
> seguire questo filone, che seguo da anni come autore di un libretto
> (“Onde sospette”, Editori Riuniti, 1994) che in passato mi ha
> procurato anche qualche grattacapo.
> Tenetemi informato delle vostre iniziative.
>
> Cordiali saluti
> Luca Carra
> Zadig
Una nuova normativa impone alle case produttrici di cellulari di rendere noto l’ammontare di radiazioni emanate
FIRENZE, 18 LUGLIO – L’America si cautela contro le radiazioni da cellulare. Una nuova normativa che coprirà tutto il territorio federale, impone, a partire dal mese di agosto, che ogni nuovo modello di telefonino che sta per essere messo in commercio abbia passato l’ ‘esame radiazioni’.
Le ditte produttrici di cellulari che fanno parte della CellularTelecommunications Industry Association (CTIA) dovranno rendere noto alla Federal Communication Commission qual è il grado di SAR (Specific Absorption Rate) di ciascun telefonino.
Il SAR è un sistema di misurazione dell’ammontare di radiazioni che il corpo umano assorbe durante una conversazione al telefono cellulare.
Già dal 1998 negli Stati Uniti la Federal Communication Commission aveva reso disponibili questi strumenti, ma non era facile reperire le informazioni sul grado di eventuale pericolosità dei telefonini.
L’attenzione verso questo fenomeno è cresciuta negli ultimi tempi, quando in seguito a uno studio di ricercatori britannici reso pubblico nel maggio scorso, si capì che sebbene non ci siano prove incontrovertibili, nulla esclude che le radiazioni emanate da un cellulare durante una telefonata possano provocare il cancro.
L’inquinamento elettromagnetico diffuso da cellulari e apparecchi elettronici è uno dei problemi all’ordine del giorno, ritenuto responsabile di perdita di memoria e malanni vari, tanto che molte delle collezioni invernali comprendono capi cosidetti antistress. Come quelli per esempio, di Stone Island, Diesel, Strenesse ed Exté. Aziende che hanno realizzato tessuti legati o mescolati a trame metalliche le quali, oltre a rendere l’indumento più resistente, creano uno schermo contro le onde elettromagnetiche. Alla base c’è sempre il principio fisico della Gabbia di Faraday, ben sperimentato da Ageostan. Una trama metallica con una densità definita ha infatti la capacità di disperdere le radiazioni elettromagnetiche. Attenzione: questi capi sono rilevabili da radar e metal detector: ciò che può essere un vataggio o uno svantaggio.
E’ una vera e propria corazza che proteggerà dalle onde di cellulari ed elettrodomestici