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La controinformazione scientifica

Da: “cittadiniattivi
Oggetto: La controinformazione scientifica

Ecco l’art. pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Stamattina, su Radio 1 delle 7:00 e Radio 2 delle 7:30, su Radio 3 delle 8:45, ieri su Canale 5, La 7, ecc., oggi sui quotidiani.

La grande informazione si è mossa…

Tre anni di ricerche finanziate con i soldi pubblici per dimostrare che la temperatura del cervello, a causa dell’uso del telefono cellulare, aumenta di meno di un decimo di grado centigrado in 20 minuti di conversazione che viene definita “esposizione prolungata” !

Ci raccontano poi di normative europee. Come sanno ormai anche i muri, queste non esistono. Il Consiglio Dell’Unione Europea ha emanato soltanto delle Raccomandazioni (1999).

I professori del MIUR, alcuni esperti del CNR e gli esperti dell’ENEA studiano ancora gli effetti termici utilizzando teste “fantoccio” per simulare la testa ed il cervello dell’uomo!

E poichè l’innalzamento della temperatura è veramente basso, non si possono avere danni!

Come sono lontane queste ricerche da quelle biologiche condotte negli USA da Lai, Singh, Blackman; come sono lontane dagli studi epidemiologici svedesi di Hardell e Mild dell’Università di Orebro, e perfino da quelle condotte dal gruppo guidato da Alhbom e Feitching, o dagli studi biologici di Salford e colleghi dell’Università di Lund e di cui ai ns. comunicati di ieri e del 14/10 u. s. .

Cari saluti.

Coordinamento dei Comitati di Roma Nord.

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CRONACHE

La ricerca: aumenti di temperatura trascurabili

«Danni al cervello? Cellulari assolti»

Gli studiosi: ma le teste piccole assorbono più onde, allarme per bimbi e ragazzi. Differenze anche tra maschi e femmine

ROMA – Assolti per non aver commesso il fatto? Almeno per insufficienza di prove, ma comunque assolti. Sono i cellulari, finora sospettati di danneggiare il cervello facendo alzare la temperatura della testa durante le chiamate, e adesso scagionati dall’accusa. Sebbene per donne e bambini ci vorranno studi più approfonditi prima di escludere qualunque pericolo: la minore dimensione della testa provoca, infatti, un maggior assorbimento delle onde elettromagnetiche. Anche se al di sotto dei limiti. A sostenere l’innocuità del nostro migliore amico elettronico è una ricerca triennale, che fa parte del progetto nazionale «Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche», promosso dal ministero dell’Università, in collaborazione con il Cnr e l’Enea, che farà felici quanti soffrono di irrinunciabile dipendenza da telefonino mobile. «I risultati finora raccolti sono rassicuranti», ha spiegato il coordinatore scientifico, Paolo Bernardi, docente di Micro-onde all’università La Sapienza di Roma.

Lavorando su prototipi di testa umana vicinissimi al reale «si è visto che gli aumenti di temperatura indotti all’interno della testa e nel cervello, nel caso di esposizione prolungata, 20 minuti, sono assolutamente trascurabili, poiché inferiori a un decimo di grado centigrado».

Ma anche il riscaldamento dell’orecchio e della parte esterna non è rilevante. Gli attuali cellulari, quelli che rispettano le normative europee, sono sicuri. Vi sono tuttavia delle differenze. Continua Bernardi: «Si è registrata una differenza tra uomini e donne non per l’uso di cellulari, quanto per la vicinanza ad antenne delle televisioni o stazioni di telefonia mobile. Sulle donne si è notato un aumento del 20% di assorbimento delle emissioni elettromagnetiche. Sono comunque valori trascurabili, ma il motivo sembrerebbe legato alle dimensioni del cervello. Per quanto riguarda bambini e adolescenti, invece, si è visto che l’assorbimento è maggiore e quindi, fino a che mancano studi specifici, la cautela è d’obbligo. Si tratta di cervelli di dimensioni più piccole e soprattutto ancora in fase di sviluppo».

Allarme rientrato? «Così come non erano giusti gli allarmismi di qualche tempo fa, non mi sembra il caso di dire che lo studio del Cnr cancella tutte le preoccupazioni», risponde Alessandro Polichetti, del Dipartimento Tecnologia e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. «Questi risultati ci fanno stare tranquilli, ma le incertezze restano, in questi campi non si può mai dire la parola definitiva. Probabilmente abbiamo a che fare con rischi bassi, forse inesistenti, ma, per fare un solo esempio, è di pochi giorni fa la pubblicazione di uno studio epidemiologico svedese che ha evidenziato un certo aumento dei tumori benigni del nervo acustico in soggetti che usavano cellulari in modo costante da più di dieci anni».
Mariolina Iossa
Messaggio: 3
Data: Wed, 27 Oct 2004 15:20:07 +0200
Da: “cittadiniattivi
Oggetto: Re: La grande informazione si è mossa.

> Ringrazio per la comunicazione. avete ragione, è una cosa scandalosa.
> In termini tecnici (si fa per dire) operazioni come quelle da voi
> riportate meritano il nome di “polverone”. Come direttore di Tempo
> Medico ho pensato opportuno mettere la notizia dello studio di Ahlbom
> in prima pagina (fra qualche giorno sarà anche sul sito
> https://www.tempomedico.it). Anche se ritengo che lo studio abbia
> alcuni punti deboli (recall bias, prima di tutto), ritengo doveroso
> seguire questo filone, che seguo da anni come autore di un libretto
> (“Onde sospette”, Editori Riuniti, 1994) che in passato mi ha
> procurato anche qualche grattacapo.
> Tenetemi informato delle vostre iniziative.
>
> Cordiali saluti
> Luca Carra
> Zadig

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