TORINO – I FAMIGLIARI DELL’UOMO DI 39 ANNI UCCISO DA UN CANCRO AL CERVELLO ANDRANNO DA GUARINIELLO CHE INDAGA SUI PRESUNTI DANNI PROVOCATI DALL’ELETTROSMOG
Un’altra vittima nella casa della morte
Salgono a sei i decessi per tumore nel condominio che sorge accanto alle antenne della Maddalena
C’è un altro uomo morto di tumore al cervello tra coloro che negli ultimi anni hanno abitato nei condominii adiacenti al Colle della Maddalena tra la selva di antenne e parabole vista parco. Si chiamava Giuseppe Demeglio. Aveva 39 anni quando morì nel 2002 e fino a oggi la sua famiglia è stata zitta. «Troppo dolore e un po’ di cattiva informazione su quanto era successo, mi hanno spinto a soprassedere, ma adesso basta. Andrò in Procura e denuncerò tutto perchè mio figlio è stato ucciso da quelle maledette antenne e ora voglio giustizia».
Parla Celestino «Tino» Demeglio, gioielliere di 72 anni, padre di Giuseppe che racconta il calvario del figlio «affrontato comunque – dice – con dignità e voglia di vivere fino all’ultimo». Tra la diagnosi e il decesso passarono tre anni scanditi da radio-chemio-terapie e operazioni urgenti dai costi elevati che il padre sostiene di essersi sobbarcato non senza sacrifici economici. Prima di lui, altre cinque persone erano morte a causa di neoplasie, altre due sono attualmente in cura. Abitavano tutte in uno stabile di strada del Colle 178 – il famigerato «condominio della morte» – che sorge a qualche decina di metri dai tralicci invasi da antenne a parabole.
C’è di più: l’anomalia che portò Guariniello nel 1999 ad aprire un fascicolo contro ignoti contestando il reato di «omicidio colposo» è che tutti questi casi si fossero registrati tra non consanguinei. Ed è questo il nodo centrale del secondo filone d’inchiesta sull’elettrosmog perchè, vista l’assenza di parentela cade l’ipotesi di predisposizione genetica alla malattia. C’è di più: tutti gli abitanti in questione sono stati colpiti da linfomi o leucemie indicati dai primi studi internazionali come quelli da tenere sotto osservazione per un’eventuale correlazione con l’elettrosmog. Il compito è arduo: stabilire un nesso causale tra l’insorgenza di queste patologie e
l’esposizione a campi elettromagnetici che – per inciso – hanno superato i limiti previsti dalla legge già dal 1982 alimentando nel tempo la psicosi degli abitanti.
Sono proprio loro oggi che, non riuscendo a dimensionare il reale pericolo, si appellano alla magistratura come l’ultimo baluardo a difesa della propria salute. Guariniello, per conto suo, ha commissionato uno studio epidemiologico su tutti gli abitanti della zona e si aspettano i risultati definitivi per capire se altri casi di malattia siano emersi negli ultimi anni. In questo condominio oggi ci vivono ancora delle persone: «ma non posso negare –
dice l’amministratore – che qualcuno ha lasciato perdere l’acquisto, una volta conosciuta la situazione in cui viviamo». Anche la famiglia De Meglio poco prima del decesso di Giuseppe si trasferì a Castelnuovo. Quelli che sono rimasti in collina a sfidare l’incubo elettrosmog raccontano di fenomeni quasi paranormali: «Citofoni che trasmettono musica di radio torinesi, apparati elettronici che vanno ripetutamente in tilt».
Qualche esempio? «Le macchinine telecomandate dei bambini vanno esattamente nella direzione opposta a quella indicata dal telecomando. Ovvero: schiacci a sinistra e vanno a destra, trasmetti l’input di andare in avanti e incredibilemnete vanno indietro». Per non parlare poi delle televisioni. «Il segnale spesso è disturbato. Se però stacchi l’antenna – racconta uno degli inquilini di strada del Colle, per incanto la Tv trasmette un segnale nitidissimo».
LA STAMPA – cronaca cittadina